Quanti di noi hanno pensato di avere una dentatura sana, una perfetta ed attenta igiene orale, trascurando i dovuti controlli e dovendoci poi ricredere, dopo anni, all’arrivo di un dolore persistente ai denti? Quel dolore che non lascia altro scampo del dover correre ai rimedi urgenti di un dentista?
Proprio così, abbiamo scoperto di avere la bocca danneggiata dalle carie, chi poteva immaginarlo?
Andiamo, quindi, a scoprire come è accaduto e perché…
La carie dentaria è una patologia infettiva a carattere cronico-degenerativo molto diffusa, asintomatica in fase iniziale, ma portatrice di diversi disturbi, quali alitosi, ipersensibilità e dolore ai denti, man mano che progredisce. Si tratta di un processo che porta alla distruzione dei tessuti del dente cariato ad opera di batteri che trovano nella placca e nel tartaro il terreno fertile per riprodursi. La quantità e il tipo di questi batteri influisce sull’aggressività della patologia cariosa e sulla possibilità di trasmettere la malattia agli altri, specialmente ai bambini
Il nostro stile di vita può essere un fattore determinante del formarsi della carie. Ciò che mangiamo, come ci prendiamo cura dei nostri denti, la percentuale di fluoro presente nell’acqua che beviamo o nel dentifricio che usiamo, insieme a fattori ereditari, determinano la tendenza dei nostri denti a cariarsi.
L’insorgenza della carie può essere favorita da alcune condizioni predisponenti come la conformazione o il disallineamento dei denti, da un’alimentazione sbagliata o dal cambiamento qualitativo o quantitativo della saliva. La saliva è, infatti, un detergente naturale ricco di anticorpi, con PH neutro che può acidificarsi in presenza di scarsa igiene orale. Questo comporta un aumento della probabilità di insorgenza di carie dentaria.
Nessun dente però può definirsi inattaccabile dalla carie, tranne quelli non esposti: i denti inclusi, ovvero quelli totalmente coperti dalla gengiva.
Il fattore di rischio dovuto all’alimentazione si spiega con l’eccesso di zuccheri, di alimenti raffinati e di cibi dalla consistenza appiccicosa, come caramelle, marmellate, creme, cioccolata e simili che sono facilmente degradabili dai batteri in derivati acidi che intaccano i tessuti duri del dente cariato. Dopo aver ingerito questi alimenti bisognerebbe sempre pulire la bocca.
La carie dentaria procede molto lentamente, ma non può guarire da sola. I tessuti dentali non hanno capacità rigenerative, quindi l’unica soluzione per fermare il procedere dell’infezione è l’eliminazione seguita dal riempimento della cavità con una otturazione dei denti cariati. Quando non curato, il processo infettivo attacca lo smalto che, pur essendo una sostanza molto resistente, si demineralizza e si perfora.
La carie inizia a formarsi sotto la placca batterica intorno al dente. Questa prima fase è definita carie superficiale. Se trascurata, continuando il suo percorso e superata la barriera dello smalto, arriva alla dentina. Siamo di fronte ad una carie penetrante che si fa largo nella dentina, dove il tessuto è meno calcificato e quindi l’evoluzione meno difficoltosa, perciò, più veloce. Solo a questo punto il dolore è percepibile.
La carie avanza arrivando alla polpa del dente, dove si trovano le terminazioni nervose. Se non ostacolata nemmeno in questa fase, cominciano ad aversi le complicazioni più note e più importanti. I batteri che arrivano nella polpa dentale, se lasciati agire indisturbati, possono compromettere irrimediabilmente la salute del dente stesso. Le complicazioni di una carie non curata vanno dalla paradontite apicale, agli ascessi, ai granulomi o cisti: in pratica l’integrità del dente viene pregiudicata e si rendono necessari interventi invasivi quali devitalizzazione, ricostruzione con una corona e, in ultimo, l’estrazione.
Per questo è necessario, non solo avere un corretto stile di vita igienico-alimentare ma sottoporsi anche a periodici controlli che possano evitare di dover ricorrere a cure lunghe, complesse e in certi casi anche… costose!