Molto spesso il dentista viene visto come un medico a cui rivolgersi in caso di problemi ai denti. Ancora oggi i pazienti cercano l’odontoiatra quando hanno dolore o si rompe un dente.
Nell’opinione comune, il dentista “risolve” una patologia, una malattia. Quante volte sentiamo dire «non ho bisogno del dentista, i miei denti stanno bene!»?
In questo modo si trascura, però, che la bocca, come ogni altra parte del nostro corpo, ha necessità di essere protetta e richiede prevenzione e tutela, a cominciare da un corretto stile di vita.
La cura della bocca, poi, non si limita ai denti, come spesso erroneamente si ritiene. Le mucose (gengive, labbra, palato, guance) necessitano di altrettanta attenzione e, se trascurate, possono presentare patologie ugualmente importanti.
La giusta definizione del dentista dovrebbe essere “medico di base della bocca”. Il dentista, infatti, dovrebbe essere una figura medica che tiene sotto controllo la salute di tutto il cavo orale, educa il paziente alla prevenzione delle patologie, consiglia gli stili di vita corretti e, quando necessario, cura il paziente per riportare la bocca ad una condizione di piena salute.
Proprio come un medico di base, il dentista deve visitare i propri pazienti almeno una volta all’anno, salvo diverse indicazioni specifiche.
Rivolgersi al dentista nel momento in cui una patologia genera dolore, per esempio, significa chiedere l’aiuto del medico quando la malattia ha raggiunto una fase critica.
È importante ricordare anche che alla bocca e all’articolazione della mandibola sono collegate svariate patologie di natura non odontoiatrica ma che ne sono la conseguenza. Senza entrare nel dettaglio, ad esempio, problemi posturali possono derivare da squilibri a carico dell’articolazione temporo-mandibolare, così come un mal di testa cronico può essere conseguenza di una patologia dentale.
Un controllo frequente (almeno 1 volta all’anno) permette di prevenire ed identificare anche queste problematiche ed intervenire per tempo.